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700 (veri) operatori, Autonomie locali e politici per una nuova politica sulle droghe

Conferenza nazionale presso l’Aula magna della “Sapienza” 700 (veri) operatori, Regioni, Enti locali e politici insieme a Roma per definire una nuova politica sulle droghe. Chiesto il ritiro del disegno di legge presentato dal Governo
e della delega affidata al ministro Carlo Giovanardi

 

ROMA – Settecento persone – operatori del pubblico e del privato sociale, amministratori locali, dirigenti regionali e degli Enti locali, sindacalisti, parlamentari nazionali ed europei – si sono incontrate oggi a Roma presso l’Aula magna della “Sapienza” per confermare il loro rifiuto del ddl stralcio sulle droghe messo a punto dal Governo, avanzare le loro proposte di revisione delle politiche e della legislazione in materia, chiedere la revoca della delega sulla droga attualmente assegnata al ministro Carlo Giovanardi.

La Conferenza nazionale “Per una politica dei diritti e delle responsabilità”, organizzata dalla Campagna nazionale “Non incarcerate il nostro crescere” – che raccoglie circa 40 organizzazioni nazionali del mondo sindacale, del terzo settore e delle società scientifiche – e appoggiata dalle Regioni e da parecchi Enti locali è stata l’occasione non per celebrare una “controconferenza”, bensì per costruire le basi di un percorso che conduca a una reale, autentica, partecipata conferenza nazionale sulle droghe, come non è certo il caso della manifestazione organizzata dal Governo a Palermo.

La Campagna ritiene ineludibile, infatti, un’attenzione per tutte le diverse voci del sistema dei servizi, al fine di arrivare a definire, consensualmente, una proposta di riscrittura della legge sulle droghe capace di tener conto dell’ampliamento dei consumi, della loro differenziazione, delle domande diverse che da questo mondo provengono.

Alcuni punti sono stati pienamente condivisi nell’appuntamento odierno:
· una reale applicazione degli indirizzi del referendum del ’93, con una chiara depenalizzazione del consumo di sostanze psicoattive supportata da politiche sociali di tipo educativo, preventivo e di vicinanza con gli articolati, complessi, poliformi, talvolta trasgressivi percorsi della crescita e della cultura giovanili;
· una valorizzazione reale di un sistema dei servizi ad alta integrazione pubblico-privato sociale e una forte interconnessione del sistema sanitario con quello dei servizi sociali;
· l’impegno a una seria sperimentazione degli interventi verso le nuove forme di consumo (cocaina, policonsumo, nuove sostanze) e anche una pragmatica politica di prossimità verso l’aggravarsi delle situazioni di tossicodipendenza “storica”, prevedendo anche sperimentazioni mirate e scientificamente monitorate di somministrazioni controllate, di spazi di prossimità e tutela sanitaria anche per chi dallo stato di tossicodipendenza fa fatica a uscire;
· l’impegno da parte della politica alla costruzione di luoghi stabili di confronto e proposta che coinvolgano gli enti istituzionali (Governo, Regioni), gli enti del privato sociale (comunità, associazionismo e cooperazione) e gli enti di rappresentanza dei servizi pubblici, quali: il Dipartimento Nazionale Politiche Antidroga (che va revisionato in tal senso), la Consulta Nazionale per le Tossicodipendenze (anch’essa da riformulare), l’Osservatorio nazionale sulle droghe;
· la garanzia di un’attenzione e un investimento stabili nei confronti della questione droghe, sia per quanto riguarda il fondo sanitario – per cui si chiede un incremento dallo 0,8 all’1,5% dei fondi previsti per il settore – sia per quanto riguarda il Fondo Nazionale Politiche Sociali – per il quale si chiede che il 25% della quota del fondo destinata alle tossicodipendenze, circa 30 milioni di euro annui, sia destinato al settore ricerca, innovazione, sperimentazione. Inoltre, la Campagna chiede a tutte le Regioni di esplicitare chiaramente la quantità e gli indirizzi del fondo da loro destinato alle politiche sulle droghe.
La Conferenza ha sottolineato la sordità dimostrata verso tali temi e verso l’intero sistema dei servizi da parte di questo Governo, e dal ministro delegato in particolar modo, per cui chiede con forza il ritiro della proposta di legge presentata in Parlamento dall’esecutivo e della delega affidata a Carlo Giovanardi.

Roma, 7 dicembre 2005

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