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Grave attentato mafioso contro l’associazione LELAT di Messina

Devastata e incendiata la nuova sede. Grave attentato mafioso contro l’associazione LELAT.

Lucio Babolin, presidente del CNCA, e don Luigi Ciotti, presidente di Libera, saranno a Messina il 30 settembre
per una manifestazione di solidarietà.

 

ROMA – Il 23 settembre 2005 avrebbe dovuto essere un grande giorno per l’associazione di volontariato LELAT (Lega Lotta Aids e Tossicodipendenza), impegnata dal 1990 nell’assistenza alle persone tossicodipendenti e in attività di prevenzione rivolte ad adolescenti e giovani. Dopo anni di attesa, il Comune di Messina aveva finalmente trovato un edificio da adibire a sede dell’associazione e, in particolare, della sua comunità terapeutica per il recupero di persone tossicodipendenti.

Alle ore 10,00 volontari, operatori, genitori, bambini e cittadini vari si erano dati appuntamento davanti all’ex scuola Carlo Meo, da tempo abbandonata, che avrebbe dovuto accogliere le attività dell’organizzazione: 1900 mq un po’ malmessi, ma con impianto elettrico e anti-incendio a norma. La struttura si trova nel quartiere Gazzi, nella zona della baraccopoli Mangialupi, una sfilza di alloggi in ethernit, lamiera e muratura considerati ad alta infiltrazione mafiosa.

Ma la gioia dei volontari si è trasformata in sgomento al momento di entrare nella ex scuola: tutti gli infissi divelti e distrutti, impianto elettrico e anti-incendio danneggiati, appiccato il fuoco agli oggetti contenuti nella struttura. La malavita ha dato così il suo benvenuto a un’associazione che ha subito ben sette attentati in tre anni, perché mai si è sottomessa alle richieste dei clan. E i mafiosi hanno anche lasciato macabri segni del loro passaggio: nelle stanze sono stati trovati cani impiccati – a cui è stato anche dato fuoco – e crocifissi appesi alle finestre.

Nemmeno il tempo di riprendersi dallo shock e, verso le ore 12,30, una trentina di mamme della baraccopoli, con i figli al seguito, si avventava contro i volontari gridando loro di andarsene. Le donne, inoltre, inveivano anche contro il Comune che aveva donato l’unico spazio pubblico del quartiere “ai tossici” invece di destinarlo ai bambini del quartiere.

Infine, nella notte tra il 25 e il 26 settembre, ignoti sono penetrati nuovamente nell’edificio riempiendo i muri di scritte quali “Non vogliamo i drogati”, “Mangialupi non vi vuole”, “Farete una brutta fine”, “Viva il fascismo, viva il duce”.

Ma i volontari della LELAT non mollano: “Questa struttura – afferma Anna Maria Garufi, presidente dell’associazione – avrebbe ospitato anche attività per i bambini della zona: il calcetto, il doposcuola, un centro sociale. Il nostro progetto non cambia, non ci lasciamo intimidire. Ci daremo da fare per mettere tutto a posto. Lanciamo un appello agli imprenditori di Messina perché ci aiutino nella ricostruzione: servono soldi, materiali, manodopera.”

CGIL, CISL e UIL stanno organizzando una manifestazione di solidarietà. Ma colpisce anche il silenzio: “Quasi nessun politico – continua Garufi – ci ha chiamato per esprimere il suo appoggio e la sua stima nei nostri confronti. Non capiscono che se la società civile non si muove, non si indigna dinanzi a fatti così gravi, resteremo sempre nelle mani della mafia.”

Lucio Babolin, presidente del Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA), e don Luigi Ciotti, presidente di Libera, esprimeranno la loro solidarietà alla coraggiosa associazione messinese nella manifestazione indetta dalle tre confederazioni sindacali che si terrà il 30 settembre, alle ore 10.30, proprio presso la nuova sede della LELAT.

“Invitiamo le istituzioni, le organizzazioni della società civile, le forze dell’ordine e tutti i cittadini e le cittadine che amano la giustizia e la legalità – afferma Babolin – a manifestare il loro affetto e la loro gratitudine agli operatori della LELAT. Le opere di solidarietà e i servizi a favore delle persone che fanno fatica aiutano a liberare i territori dalla criminalità, ridanno la vita ai nostri figli, sono laboratori di legalità, permettono e favoriscono uno sviluppo equilibrato del territorio. E fanno bene anche ai bambini del quartiere Gazzi di Messina che in questo luogo potranno giocare e sorridere assieme alle loro mamme”.

Roma, 26 settembre 2005

CNCA
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