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L’esperienza lombarda: dai Laboratori all’attivazione delle comunità territoriali

L’esperienza lombarda:
dai Laboratori di piccolo gruppo all’attivazione delle comunità territoriali

Una breve storia, che si va consolidando

Abbiamo iniziato a organizzare laboratori di gruppo sui bilanci familiari nel 2012, a seguito di una riflessione critica sull’efficacia effettiva delle tradizionali “misure passive” di sostegno economico erogate dai servizi pubblici, in assenza sia di attività di accompagnamento individualizzato, sia di “misure attive” volte a promuovere percorsi di coesione sociale-comunitaria intorno alle problematiche occupazionali ed economico-finanziarie.

È di quel periodo l’avvio (promosso da A77 in collaborazione con Mag2 Finance, e con uno dei comuni dell’hinterland milanese) di una delle esperienze rimaste emblematiche fra quelle di “microcredito di comunità”, grazie all’animazione di un Gruppo di Risparmio Solidale locale: esso continua tutt’oggi a erogare credito alle famiglie in situazione di temporanea difficoltà o a piccole start up, su obiettivi specifici temporizzati, coniugando forme di “garanzia morale” e di corresponsabilità nell’assunzione dei rischi, entro relazioni fiduciarie e di prossimità.

Chi sono i protagonisti?

Il tema emergente un decennio fa era il concetto di vulnerabilità sociale. Nell’epoca dell’attuale crisi macroeconomica, essa tocca sempre più individui e nuclei familiari anche del ceto medio, i quali, di fronte alle fasi critiche del ciclo di vita (l’avvio della famiglia, le nuove nascite, l’anzianità) e/o a seguito di eventi di vita precipitanti (la perdita del posto di lavoro, la malattia, la separazione o l’intervenuta necessità di cura di membri anziani o disabili…) si trovano esposti al rischio di scivolare in traiettorie di impoverimento. Tale condizione di vulnerabilità non può tutt’oggi essere affrontata strutturalmente con la semplice erogazione periodica di contributi in denaro. Al contrario spesso questo non fa altro che aggravare la percezione di insicurezza, di dipendenza dalle misure passive, di precarietà e marginalizzazione, anche sociale. La capacità di fronteggiare le difficoltà nel proprio percorso di vita non dipende solamente dalle risorse economiche e dai supporti mobilitabili dal welfare pubblico a fronte di una difficoltà o di un’emergenza che si vive in un dato momento, ma anche dalla densità e qualità dei legami sociali attivi o attivabili, che sorreggono anche in prospettiva gli sviluppi dei diversi piani di vita oltre la specifica contingenza. È su questo fronte che ci stiamo impegnando anche grazie al progetto nazionale “IEA! Inclusione, emancipazione, agency per combattere le disuguaglianze” del CNCA, mediante la realizzazione di cicli di incontri di piccolo gruppo rivolti ai cittadini vulnerabili, alternati a laboratori aperti al territorio.

L’approccio

Nei diversi territori in cui operiamo con i nuclei di recente vulnerabilizzazione o con i percettori del Reddito di cittadinanza, l’approccio che adottiamo, laddove possibile, accanto all’accompagnamento individuale, è quello dell’empowerment micro-ambientale e sociale, che si avvale di cicli di incontri laboratoriali di piccolo gruppo, anche sui temi dell’educazione finanziaria oltre che sui temi della ricerca attiva del lavoro. Questo approccio sottolinea il ruolo del piccolo gruppo come punto di riferimento, sia nello scambio di informazioni che di piccoli favori, utili a identificare strategie ‘di resilienza’ o ad accedere alle opportunità lavorative rintracciabili sul territorio, attraverso un sistema misto di forme di aiuto informale e di supporto istituzionale. Oggi esistono misure di sostegno al reddito che dieci anni fa non esistevano. Ma in questi ultimi anni le situazioni personali dei partecipanti ai gruppi si sono rivelate estremamente variabili in termini di provenienza socio-culturale, di problematicità occupazionale, reddituale, abitativa e socio-sanitaria.

In tutti i gruppi che animiamo la questione della stabilità lavorativa è la più sentita e, in toni più o meno intensi, rivendicata, non solo perché viene collegata a un desiderato aumento del reddito ma anche perché vissuta come influente sul senso di autostima e utilità sia sociale sia familiare. In questo senso i laboratori periodici in piccoli gruppi sui temi dell’educazione finanziaria, integrati da percorsi individualizzati, se alternati a momenti tematici allargati ad altri gruppi e alle agenzie del territorio, ci consentono sia di migliorare le modalità di contrasto della fragilizzazione socio-economico-lavorativa, sia di favorire la creazione di legami anche con chi è meno esposto a problematiche economiche, ma ha a cuore la tutela delle parti più deboli della comunità locale.

Le attività laboratoriali che vertono sulle competenze di base di pianificazione economico-finanziaria, alternate a quelle sugli stili di vita socialmente ed ecologicamente sostenibili, sulle strategie di risparmio, con pratiche di riuso, baratto, riciclo, autoproduzione, gestione collettiva degli acquisti, sono oggi temi di comune interesse, propedeutici allo sviluppo non solo di micro-economie che alleggeriscono i bilanci familiari, ma anche alla sperimentazione di nuove forme del lavoro, entro sistemi di scambio di beni e prestazioni inclusive e solidali.

Floriana Colombo, Cooperativa Lotta contro L’emarginazione

CNCA
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