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L’Educazione finanziaria nei percorsi di inclusione e di coesione sociale

L’Educazione finanziaria
nei percorsi di inclusione e di coesione sociale

Leggere un’esigenza

Per decenni, supportando le riforme del welfare pubblico con la sperimentazione di sistemi di welfare mix e community welfare, in quanto organizzazioni del CNCA abbiamo pensato e vissuto il lavoro sociale in termini di presenza e prossimità agli ambienti di vita, più che come mera forma di assistenza e di redistribuzione delle risorse in favore delle fragilità e delle crescenti vulnerabilità. Non in termini oppositivi alla redistribuzione, ovviamente, ma sempre sottolineando il “valore dell’esserci”: vicinanza, reciprocità, relazione e continuità costituivano e costituiscono tutt’oggi i vincoli di fondo di un’azione solidale e professionale che ha permesso l’espressione di forme di inclusione e di riscatto sociale particolarmente importanti, proprio a partire “dall’ancoraggio” a un sistema di interventi e spazi fisici “prossimali” su base territoriale-comunitaria.

Sul territorio

Sul territorio si andava e si va assieme agli “utenti”, per disegnare e realizzare in collaborazione crescite interumane, e di riscatto sociale. Sul territorio si stava e si sta per costruire relazioni e reti di sostegno solidale alla ripresa dei corsi di vita deviati, interrotti, oppressi dalla deprivazione o dalla povertà: relazionale, educativa, socio-culturale, oltre che materiale ed economico-finanziaria. La prossimità è centrata sulla “persona-nel-contesto”, sullo sviluppo delle potenzialità e delle capacità (siano esse residue, rimosse e/o latenti), e che solo restando in prossimità dell’ambiente di vita è possibile cogliere e promuovere, accanto a compagni di strada più o meno stabili e ‘fortunati’. La prossimità è “esserci” per sostenere percorsi inclusivi, che sono autenticamente possibili solo entro percorsi di coesione sociale e di reciprocità, che consentono il pieno sviluppo delle persone, di qualunque età, condizione fisica, socio-culturale, economica, psichica.

L’Educazione finanziaria

All’interno di questo approccio più generale, abbiamo più di recente integrato (con figure professionali formate e abilitate specificamente) i temi dell’Educazione finanziaria, nell’accompagnamento sociale-comunitario di diverse forme di fragilità o di vulnerabilità.

Anche per effetto degli indirizzi generali delle politiche nazionali ed europee, oggi gli educatori finanziari vengono sempre più richiesti negli interventi sociali: nell’housing sociale temporaneo, nel contrasto alle insolvenze nei caseggiati popolari, nella residenzialità leggera dell’area della salute mentale, nell’accompagnamento dei percettori del reddito di cittadinanza, nel sostegno alle famiglie dei giocatori d’azzardo, alle famiglie dei diversamente abili o rispetto al “Dopo di noi”, alle donne vittime di maltrattamento e violenza, oltre che negli interventi di reinserimento sociale in uscita da percorsi di cura e di accoglienza (per genitori e figli, o minorenni in uscita dalle comunità residenziali; per persone con problemi di dipendenza, malati di aids, senza dimora, ex detenuti, rifugiati, vittime di tratta e di sfruttamento, ecc.).

Gli ultimi tempi: difficoltà crescenti

Ma l’onda lunga della crisi economica post pandemica (interi comparti produttivi di piccole e medie imprese, che non si sono ripresi) combinata agli impatti macroeconomci della guerra in Ucraina (inflazione, rincari energetici e alimentari, meno sopportabili a fronte di livelli reddituali nel migliore dei casi invariati), stanno acuendo la già difficile situazione della popolazione generale, introducendo forme di vulnerabilità anche in famiglie che prima ne erano esenti, oltre ad aggravare le vulnerabilità e le povertà già esistenti.

Se in questi ultimi due anni sono stati promossi molti interventi a supporto della povertà cronica o della fragilità, molto meno è stato fatto per le famiglie della cosiddetta “zona grigia”, che stanno erodendo le proprie riserve e la propria stabilità rapidamente, e che se lasciate sole, potrebbero ritrovarsi nel medio termine a rischio povertà. Nel lavoro territoriale con questi nuclei di recente vulnerabilizzazione, segnati spesso da particolare fragilità emotiva (sentimenti intensi di ansia, paura, rabbia, vergogna, senso di fallimento), incontriamo sia la richiesta di sostegno alle capacità di ripianificazione economico-finanziaria degli obiettivi di vita, sia la necessità di costruzione di nuove relazioni di prossimità, che accompagnino e alleggeriscano il cambiamento personale o familiare nelle mutate condizioni di vita.

Povertà economica e povertà relazionale

In questa situazione di sfondo, la scelta di aprire spazi fisici dedicati ai temi dell’Educazione finanziaria sul territorio diventa per noi oggi precisamente un impegno dettato dalla volontà di rinnovare e mantenere le condizioni relazionali per la coesione e l’inclusione sociale. “Esserci” sul territorio con punti di riferimento specifici anche sui temi della pianificazione economico-finanziaria, ci consente di sostenere i diversi soggetti nell’empatizzare, solidarizzare, collaborare alla costruzione di alternative credibili all’impoverimento, basandosi proprio sulla valorizzazione e la ricombinazione dei legami socio-economici di prossimità.

Sappiamo bene che la povertà economica peggiora se accompagnata da povertà relazionale e da isolamento, in un circolo vizioso che rende illusori e vani gli stessi cosiddetti interventi di sostegno al reddito (o anche i “ristori”, i “sostegni”, i “bonus” vari…). Di qui il ruolo ancor più centrale dei sistemi sociali e delle funzioni che possono fare dell’Educazione finanziaria uno strumento di promozione di nuova cittadinanza attiva e trasformativa, capace di rivitalizzare la connessione emotiva fra le persone sui problemi/bisogni comuni sentiti nella quotidianità, nei luoghi dell’abitare, così come nei luoghi di lavoro, nelle scuole e negli ambienti di vita, intesi come comunità di ‘resilienza’ da cui ripartire.

Nell’attivazione a rete sui temi dell’Educazione finanziaria è oggi cruciale impegnarsi su due fronti di azioni parallele ma integrate: l’una centrata su forme innovative di accompagnamento individualizzato con il target specifico; l’altra sulla promozione di processi partecipativi per iniziative mutualistiche di supporto all’inclusione e alla coesione sociale, volte a favorire l’interazione e le sinergie sul territorio.

La mutevolezza e diversificazione delle nuove forme di vulnerabilità comportano il fatto che le strategie atte a contrastarla debbano essere il più possibile connesse non solo alle politiche contro la povertà e l’esclusione sociale, ma anche a quelle di promozione della coesione sociale territoriale. Si pensi ai sistemi di scambio comunitario più semplici e più diffusi (informativo, di aiuto e lavoro informale, gruppi di acquisto, banche del tempo, cohousing, coworking, e alle più recenti comunità energetiche), fino alle forme più complesse dei sistemi imprenditoriali e finanziari mutualistici, o alle varie forme di gestione collettiva del denaro, delle monete complementari, del microcredito di comunità, che si stanno affermando da tempo in Italia e in Europa.

Di fronte alle sfide del presente, un modo innovativo per animare processi partecipativi di inclusione sociale e finanziaria può essere proprio la sperimentazione diffusa di tutte queste forme di nuovo mutualismo, accanto a servizi dedicati all’Educazione finanziaria, entro spazi e tempi connettivi già esistenti.

Floriana Colombo, CNCA

CNCA
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